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Ma cos’è effettivamente l’Osteopatia?
Il termine osteopatia nasce dall’unione di “osteon” e “pathos”, due parole dal Greco che significano, rispettivamente, osso e sofferenza. L’Osteopata, rispettando criteri anatomo – fisiologici ben precisi, utilizza come unico struoro le mani, sfruttando tecniche dirette ed indirette, muscolari, fasciali, connettimento di lavvali e, contestualizzando il principio di interdipendenza tra le parti del corpo umano, normalizza articolazioni, muscoli, distretti viscerali, suture craniche e restituisce al corpo mobilità, confort ed equilibrio. L’osteopatia può essere un valido ausilio per l’eliminazione delle contratture dei muscoli masticatori e della muscolatura linguale che svolgono un ruolo fondamentale nello sviluppo cranio facciale e nella postura mandibolare. Patologie dell’articolazione temporo – mandibolare, possono essere più efficacemente trattate se alla classica terapia con byte e terapie ortodontiche si associano trattamenti osteopatici. L’alterazione mandibolare influenza la postura di collo, spalle e schiena: frequenti sono i casi di pazienti che lamentando dolori al collo alle spalle o alla schiena si rivolgono all’osteopata che individua la causa primaria del dolore in uno squilibrio masticatorio. In questi casi solo un piano di trattamento combinato osteopata – dentista può ristabilire lo stato di salute del paziente”.
Patologie che necessitano di trattamenti combinati osteopata-odontoiatra:
• Problemi all’Articolazione Temporo Mandibolare (scrosci, click, blocchi, ecc)
• Dolori alla mascella
• Senso di affaticamento alla masticazione
• Mal di denti
• Malocclusioni (Difetti nei rapporti e le funzioni tra ossa mascellari, denti, articolazioni temporo-mandibolari, muscoli masticatori, lingua e loro innervazione)
• Problemi ortodontici (Denti Storti)
• Disfonie e disfagie
• Bruxismo
• Sintomi dolorosi a seguito di estrazioni traumatiche
I sintomi delle patologie che necessitano di un intervento osteopatico-odontoiatrico:
• Dolore e crampi al viso
• Senso di costrizione alla bocca
• Difficoltà ad aprire la bocca
• Senso di affaticamento alla masticazione
• Cefalea
• Emicrania
• Sinusite
• Otite
• Vertigini
• Fischi nelle orecchie (acufeni)
• Dolori alla cervicale
• Mal di schiena
• Stanchezza
• Mancanza di concentrazione
SERRAMENTO e DIGRIGNAMENTO dei DENTI: fattori scatenanti, rimedi e consigli
Parlando di un termine ancora molto discusso come “bruxismo”, bisogna innanzitutto chiarire che non si tratta di una malattia ma di una parafunzione. Con questo termine si indica tutto ciò che un sistema (in questo caso, la bocca o sistema stomatognatico) può fare, ma che esula dalle sue normali funzioni; tutti noi serriamo i denti centinaia di volte al giorno, ma si parla di parafunzione quando la forza è eccessiva e l’atto viene compiuto non per scopi funzionali (come masticare o deglutire). Ad oggi questa parafunzione viene definita come l’abitudine di serrare, digrignare e stringere i denti, un atto notturno o diurno, che provoca la chiusura e il serramento dei mascellari per fini non funzionali o un disordine psicofisiologico che causa abitudini parafunzionali notturne e/o diurne.
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Prima di tutto, il bruxismo va suddiviso nelle sue due maggiori modalità.
Il serramento (bruxismo statico o centrico) è causato da contrazioni inconsce senza movimenti laterali dei muscoli masticatori, che possono essere attivate a livello del sistema nervoso centrale e si presentano solitamente di giorno. Il digrignamento (bruxismo dinamico o eccentrico) è stimolato da impulsi generati dal midollo spinale, dovuti a stress fisici o psicologici, che provocano scariche muscolari con movimenti laterali mandibolari, durante il sonno. Entrambe le forme di bruxismo si manifestano come contrazioni muscolari, che possono essere intermittenti o presentarsi per lunghi periodi di tempo. Ma allora come si può capire di avere bruxismo? Ognuno di noi può rendersi conto di alcuni sintomi (soggettivi) che avvertirà con più o meno fastidio. Spesso segni e sintomi non corrispondono: una grande usura dentaria (segno) si può evidenziare in un paziente che ha pochissimo dolore (sintomo) o viceversa. Nella pratica i sintomi che spingono il bruxista a chiedere aiuto sono emicranie o cefalee, rumori articolari, limitazioni del movimento mandibolare, dolore a viso, collo, spalle e torace, muscoli del viso affaticati o ingrossati, sonno non ristoratore con senso di fatica o dolore al risveglio, rumori di digrignamento durante il sonno, segni di usura dentaria fino ad avere denti mobili o spostati, difficoltà ad addormentarsi, stanchezza diurna, ecc… Il protocollo terapeutico può prevedere un intervento multidisciplinare: accanto all’odontoiatra opera un osteopata.
L’Odontoiatra può intervenire nel correggere l’occlusione dentale. Questo si può ottenere con l’uso di dispositivi rimovibili in resina o nylon trasparente chiamati “byte”, che ricoprono la superficie dei denti, superiori o inferiori, e permettono di modificare il modo in cui essi vengono in contatto, modificando così l’occlusione dentale, e di conseguenza correggere temporaneamente la posizione della mandibola. Nella maggior parte dei casi nessun trattamento definitivo è necessario, ma in alcuni casi selezionati può essere indicata una modifica permanente dell’occlusione dentale, volta a mantenere la posizione che si è ottenuta con il byte. I capogiri, a volte anche le vertigini, sono dovuti alla condizione di spasmo muscolare o affaticamento dei muscoli del collo e delle spalle, infatti sono simili ai sintomi causati dalle patologie alla colonna cervicale.
Come è noto esiste uno stretto rapporto tra l’occlusione dentale, l’attività muscolare e la postura, in grado di causare sofferenza ai vari distretti della colonna vertebrale. Il formicolio alle mani e alle braccia si manifesta quando i nervi che innervano le braccia e le mani vengono compressi alla loro origine alla base del collo. Sia ad opera dei muscoli del collo, quando sono contratti e affaticati, sia a causa di alterazioni della postura della colonna cervicale. L’Osteopata lavora sulla muscolatura, sul quadro osseo e sulle fasce ripristinando la “Mobilità”, elemento fondamentale per una migliore vascolarizzazione ed innervazione, ma soprattutto sui muscoli del tratto cervicale che subiranno un adattamento posturale per il meccanismo sopra citato, con tecniche di rilassamento e di stretching dei muscoli masticatori. Allo scopo di rilassare e di riallungare gradualmente le fibre muscolari contratte.
Concludendo, occorre pensare al principio base dell’osteopatia: “la struttura governa la funzione” e quindi, considerando che con una struttura alterata, si altera la funzione, possiamo giustificare l’interazione sinergica tra una visita osteopatica e fisiatrica ed un’attenta valutazione Odontoiatrica.